domenica 6 gennaio 2013

~Ho già detto che odio la scuola?

Presa per il culo.
Di nuovo.
Come sempre.
Me la racconto allo stesso modo ogni anno, e finisce sempre che mi ritrovo a fare i compiti all'ultimo. Ora, dato che fra le materie in questione c'è la matematica, sono più che fottuta. Io odio la matematica. Sono tollerante verso alle altre materie, tutto sommato, ma l'unica equazione che vedo con chiarezza in questa stupida disciplina è matematica = impossibile. Ora, vorrei davvero capire perché il mio professore si ostina ad adottare sempre lo stesso metodo se una buona porzione della mia classe -me compresa- continua ad avere voti sotto la sufficienza. E dire che ce la metto tutta, davvero! Volevo studiare durante le vacanze, qualche esercizio al giorno, ma ho eliminato la parola compiti dalla testa non appena è finita la festa del dolce a scuola, che segna l'inizio delle vacanze natalizie.
In mancanza di amici fidati, non ho modo di chiedere aiuto, e nemmeno lo farei, questioni d'orgoglio, perché, dopo il casino scoppiato nel gruppo con cui passavo la maggior parte del mio tempo -non con tutte, solo una o due di loro-, il tutto ovviamente sfociato nel silenzio delle parole non dette, non ho davvero motivo per rivolgermi a loro. Mi ritengo il classico caso di amica fregata, non importa se la fonte dei litigi va collocata in qualcosa che ho fato io per prima, dubbi e incomprensioni e frecciatine alle spalle -non da parte mia- c'erano già da tempo.

Per farvi un'esempio di "goccia che si somma all'acqua burrascosa del vaso".
Sono sempre stata un tipo che non si fida facilmente, e quella volta c'ho provato. Cioè, si trattava di fidarsi di una persona che si auto-nominava mia migliore amica, e sebbene io non creda a queste sciocchezze della migliore o peggiore, glielo lasciavo dire perché, cavolo, ci conosciamo da dieci anni, dalle elementari in poi abbiamo seguito lo stesso percorso di studi, nelle stesse scuole, con quasi gli stessi amici, sempre l'una a casa dell'altra. Per quanto lei fosse -lo è ancora, peggio di allora- viziata, capricciosa, egocentrica, chiusa a riccio per tutti -a volte pure nei miei confronti, anche se ero l'unica che riusciva a penetrare quella corazza difensiva, ma vabbé, non l'ho mai giudicata per questo, sarà che ora si sente minacciata e tutte 'ste cose qua, non faccio mica la psicologa...- e molto irritante, le volevo -non che abbia smesso, ma avendo tagliato un pò i rapporti, ho moderato il tutto all'essenziale- molto bene.
Quindi, dicevo, ci ho provato. La questione mi è sfuggita di mane, non è riuscita proprio. Giust'appunto con quest'amica che conoscevo da anni, pensate un pò. In fondo c'ero abituata, con lei è sempre stato così. Ho imparato a fregarmene di tutto, all'inizio restandoci un pò male, ora senza conseguenze. E allora, cos'è successo? Un pomeriggio in giro, pensavo di arrivarci con i compiti, perché tornavo presto, poi ha deciso di vedere un film e le ho detto Basta che mi aiuti!, volevo vederlo anch'io.
Sisi, certo! risposta sua. Potete immaginare com'è andata a finire. Io fregata e in difficoltà fino a notte fonda, lei fresca come una rosa e con tutti i compiti giusti e fatti il giorno dopo.
Wau.

Ooook mondo, certo che fai proprio schifo. Perché hai permesso ad un cosa come la scuola di prendere piede nella società? Aspetta, lo so! Non avrei imparato a leggere e scrivere, se no, e questo è un male.
Insomma, ho solo accelerato quell'inevitabile processo di separazione che... no, ok, così forse sembra troppo tragica la cosa. L'essenziale è non capisco qualcosa? CERCASI INSEGNANTE PRIVATO! Niente aiuto con i miei compagni di classe. Hai sentito bene, orgoglio bello, io non chiamo nessuno. Però, ora, CHI MI AIUTA A FARE I COMPITI? Domani si torna in classe!
Che sera che m'aspetta...

Feu

2 commenti:

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